
Di seguito alcune considerazioni pubblicate da Enrico Macioci sul suo profilo Facebook e che mi ha permesso di condividere qui.
Mi stupisce sempre l’interrogativo: chi non guadagna abbastanza coi suoi libri può definirsi scrittore? Mi stupisce perché sottintende che lo scrittore, prima di dirsi tale, debba ottenere il permesso dal mondo sotto forma di “successo”, un concetto subalterno a molteplici e variabili fattori, e non per forza probante di certe qualità.
Se credere di essere un genio quando (o perché) le case editrici ti rifiutano, o credere di non vincere premi o di non vendere molto perché non allineati al “sistema” può sconfinare nel delirio, credere che la propria identità dipenda da un riconoscimento esterno (economico, critico, eccetera) è altrettanto delirante. Guido Morselli non era uno scrittore, dunque; e nemmeno Franz Kafka o Emily Dickinson. E Van Gogh non era un pittore. E Wittgenstein, ritiratosi a insegnare in una scuola elementare austriaca, non era un filosofo.
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