Convivere con la paura del fallimento

Ovvero la responsabilità di pubblicare un’opera letteraria

Forse si può immaginare con quanta ansia uno scrittore partecipi alla pubblicazione del proprio libro, risultato di anni di lavoro, letture e revisioni, con la costante preoccupazione di rivelare troppo della propria storia, delle proprie ossessioni. Poi la fatica di far pervenire l’inedito a chi lavora in ambito editoriale e la frustrazione del silenzio che quasi sempre ne segue. E se si giunge a vedere il proprio nome su una copertina, tutto questo rischia di venire sminuito da una critica superficiale e abborracciata, da qualche commento in un italiano maldestro sui social, o peggio: si potrebbe ricevere solo indifferenza. È un percorso complesso, soprattutto per chi è al suo esordio, e in troppi continuano ad attendere un riconoscimento che non arriverà mai.

Sono meno note invece le paure di chi a un libro tra tanti ha scelto di dare forma, perché dopo un numero incalcolabile di pagine ha trovato quelle che suscitano il suo interesse e la sua ammirazione. Si ha paura che quel testo sia stato nel frattempo già notato da un altro editore: se si è una piccola realtà, si può esser certi che l’inedito sia passato per molte mani quando lo si riceve. Si ha paura che il confronto con l’autore durante l’editing e il lavoro redazionale si trasformi in una danza in cui ogni passo può irritarne la suscettibilità; che sfuggano dei refusi dopo aver dato l’ordine di stampa; che le copie giungano difettate dalla tipografia, compromettendo i tempi del lancio promozionale. Ma soprattutto si condivide la stessa paura dell’autore che la pubblicazione passi inosservata, che quell’opera, con la quale si ambisce ad allargare fosse anche solo di un millimetro l’orizzonte della letteratura, finisca anzitempo nel sovraffollato regno dell’oblio.

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Vita da editor (77)

È da un bel po’ che questo blog ha perso il tono scanzonato con il quale era nato, ma oggi più che mai c’è di nuovo bisogno anche di ironia e di ricordarsi che, nel bene e nel male, l’inverosimile accade ogni giorno – in altre parole, che mi crediate o no, come sempre racconto in forma edulcorata o un po’ travisata episodi reali, sperando che vi strappino un sorriso o, se siete autori che muovono i primi passi, vi suggeriscano indirettamente errori da non commettere.

 

Scrittore: Non avendo di meglio da fare in questi giorni, ho scritto il mio primo romanzo.
Editor: Vuole che lo legga o mi sta chiedendo di suggerirle qualche hobby?

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Modus Legendi: la passione letteraria che scardina il sistema

modus legendiSiamo tutti lì a lamentarci di un sistema editoriale e promozionale blindato, in cui sono sempre i soliti autori sostenuti e promossi dai grandi marchi editoriali a dominare le pagine culturali e a presidiare le vetrine delle librerie. E poi c’è invece chi cerca di far qualcosa di concreto per dare visibilità all’editoria indipendente e di qualità: Modus Legendi è un’iniziativa che invita i lettori a scegliere un libro su una rosa di cinque candidati per poi acquistarlo in libreria in una specifica settimana, in modo da farlo arrivare nelle classifiche di vendita. Quest’anno ha vinto Eclissi di Ezio Sinigaglia, edito da Nutrimenti, e l’imperativo è ora quello di comprarlo tra il 2 e l’8 marzo. Così come per le splendide opere scelte nelle scorse edizioni, potete esser certi di non pentirvene: nel 2016 è stato selezionato Il posto di Annie Ernaux (L’Orma); nel 2017 Neve, cane, piede di Claudio Morandini (Exòrma); nel 2018 Il sale di Jean-Baptiste Del Amo (Neo). Ho intervistato Angelo Di Liberto, giornalista e scrittore, ideatore di Modus Legendi.

A chiederti come sia nato il progetto sono stati in tanti e allora partiamo da un’altra domanda: ritieni stia riuscendo nel suo intento?
Per cominciare potrei già citare i dati. Più di duemila persone coinvolte nella prima edizione, raddoppiate nella seconda e triplicate nella terza. Questa quarta è stata all’insegna della sobrietà, ma siamo comunque oltre i tremila voti. Cos’è successo in questi anni? Nello scenario editoriale si è continuato a pubblicare come nell’epoca d’oro dell’editoria, anzi forse si è centuplicata l’offerta ed è collassata la domanda. Il cosiddetto lettore forte è stato deluso, trattato come un lettore occasionale, messo addirittura accanto al lettore sporadico. L’editoria (soprattutto quella dei colossi) si è comportata come la politica, scoraggiando i propri (e)lettori, non comprendendone le esigenze e nemmeno differenziandole. Come sostiene Roberto Calasso, alla lunga solo la qualità non annoia. Modus Legendi si situa nel segmento che mancava e che interessa proprio i lettori forti convinti del principio di merito, che cercano di percepire e difendere la qualità editoriale e letteraria. Questi lettori non hanno perso la capacità di riconoscere la bellezza in letteratura in un panorama in cui si è assistito a un sostanziale assottigliamento delle differenze tra gli stessi editori. Già soltanto per tale ragione l’iniziativa ha un che di straordinario. Se finora l’imperativo del mercato è stato l’inseguimento del best seller di turno e il posizionamento in classifica nazionale, Modus Legendi si concentra sul lettore rimettendolo al centro della filiera, tributandogli la giusta attenzione e facendosi interprete di istanze che l’editoria ignora. L’iniziativa però va oltre. Riporta i lettori nelle librerie fisiche, accende di passione il circuito, attiva un passaparola virtuoso che non si esaurisce con la settimana canonica dell’acquisto e attrae nuovi lettori, attirati dalla prospettiva di far parte di una grande comunità. Continua a leggere

Considerazioni di un lettore sconsolato

Still life - French Novels and Rose, Vincent van Gogh, 1888Baco di Giacomo Sartori e l’omologazione del mercato editoriale

Continuo a leggere tanto, ma recensisco sempre meno: credo che chi segue questo blog se ne sia accorto già da un po’; non è solo una questione di tempo, ma anche di voglia e di entusiasmo: trovo sempre più raramente opere che mi convincono e delle quali ho poi voglia di scrivere. Sebbene tenti sempre di sottrarmi alle semplificazioni, credo che realmente l’editoria attuale tenda troppo a storie e scritture omologate, magari tecnicamente impeccabili (alle scuole di scrittura va riconosciuto almeno questo merito), ma prive di urgenza e di inventiva. Continua a leggere

Intervista a Michele Vaccari, editor di narrativa italiana di Chiarelettere

Michele VaccariIn meno di un paio d’anni la collana Altrove di Chiarelettere si sta dimostrando uno dei progetti più coerenti e interessanti del panorama editoriale italiano: l’idea è quella di interpellare autori di grande talento e coerenza stilistica, ma non ancora assimilati – e talvolta neutralizzati – dai grandi marchi editoriali, chiedendo loro di raccontare un futuro prossimo possibile. Ho intervistato Michele Vaccari, editor e scrittore, che ha ideato e dirige Altrove. Continua a leggere

RISVOLTI DI COPERTINA – Viaggio in 14 case editrici italiane di Cristina Taglietti

Risvolti di copertina, Cristina Taglietti, LaterzaUn interessante saggio sull’editoria italiana pubblicato da Laterza

In Risvolti di copertina – Viaggio in 14 case editrici italiane (Editori Laterza) Cristina Taglietti, giornalista culturale del «Corriere della sera», ci offre una panoramica, non esaustiva ma molto rappresentativa, della nostra editoria, dando spazio e voce a direttori e amministratori sia di grandi colossi sia di marchi indipendenti e facendone emergere storia e peculiarità. Continua a leggere

Piccoli editori con grandi idee (10)

caratteri tipografici, piccola editoriaDal 9 al 13 maggio a Torino si terrà il Salone Internazionale del Libro, una bella occasione per conoscere nuove realtà editoriali e confrontarsi direttamente con chi c’è dietro il gran lavoro che precede e segue la pubblicazione di ogni testo. Io e TerraRossa saremo allo stand W176-X177 (padiglione Oval) insieme alla Stilo. Qui però continua il censimento dei piccoli marchi di qualità e vi invito a passare a trovarli ai loro stand; ecco a voi: Battaglia, Carbonio, Pidgin, Urban Apnea. Continua a leggere

Piccoli editori con grandi idee (9)

Più passa il tempo, più mi convinco che alle case editrici indipendenti tocchi un compito tanto complesso quanto indispensabile: portare avanti progetti culturali alternativi, che magari hanno un mercato ristretto, ma che pur sempre rappresentano un’esigenza irriducibile per alcuni lettori. Di qui nasce questa serie di post che giunge alla nona puntata e dà ora voce ad Alessandro Polidoro Editore, Pietre Vive, Safarà, Wojtek. Continua a leggere

SCOMPARTIMENTO PER LETTORI E TACITURNI, Grazia Cherchi

Grazia CherchiScompartimento per lettori e taciturni è una raccolta di articoli e interviste pubblicata da Feltrinelli nel 1997, a due anni dalla morte di Grazia Cherchi, e riproposta da minimum fax. Ogni pagina ci dà conferma della curiosità intellettuale e della schiettezza di giudizio della Cherchi, che ha collaborato come consulente editoriale, oltre che con la stessa Feltrinelli, anche con Rizzoli e Arnoldo Mondadori, e come giornalista con testate come «L’Unità» e «Panorama», partecipando alla fondazione dei «Quaderni piacentini». I tesi raccolti sono apparsi per lo più negli anni ’80 e ruotano prevalentemente intorno al mondo dell’editoria e della letteratura, denunciando una frequente carenza di valori culturali e di professionalità (mali che si sono oggi acuiti) e cercando, di contro, di discernere e divulgare le opere e il pensiero di critici competenti e scrittori di talento. Riporto di seguito alcuni tra gli innumerevoli paragrafi che ho sottolineato.

 

Sui dattiloscritti
Da qualche lustro, e non per hobby, leggo dattiloscritti di narrativa italiana. […] Chi manda questi dattiloscritti? Un po’ tutti. Infatti, com’è noto, tutti credono di saper scrivere un romanzo. Carta e penna sono di uso generale e, così si crede, la lingua italiana, il cui vocabolario fra l’altro va sempre più comodamente riducendosi. [«Panorama», dicembre 1985] Continua a leggere

Intervista a Giorgio Vasta, direttore creativo del Book Pride

Book Pride 2019Quando ha esordito con Il tempo materiale (minimum fax, 2008), Giorgio Vasta ha creato intorno a sé quell’orizzonte d’attesa che generalmente porta gli autori alla paralisi creativa o viceversa a una sovraesposizione compiacente e vacua. Lui no. È rimasto al di fuori dell’universo social, ha pubblicato nel 2010 Spaesamento per Laterza e nel 2016 Absolutely Nothing. Storie e sparizioni nei deserti americani, con le fotografie di Ramak Fazel per Quodlibet, e ha continuato solo sporadicamente a scrivere di libri e di cultura su minima&moralia e sulle pagine culturali di alcuni quotidiani: sempre evitando il sensazionalismo, con parole misurate e puntuali e per quei rari testi che realmente ritenesse significativi. Dal 2018 è il direttore creativo del Book Pride, la fiera dell’editoria indipendente di qualità. Continua a leggere