NON CI CAPISCO NIENTE – Lettere dagli esordi, Cesare Pavese

È da poco in libreria un’agile raccolta di lettere giovanili di Cesare Pavese, nelle quali emergono già la sua dedizione all’arte e l’acume, ma anche l’ambizione, il carattere umbratile e la difficoltà di relazionarsi con le donne. Il titolo del volumetto è Non ci capisco niente – Lettere dagli esordi ed esce nella graziosa collana di “libri spedibili” dell’Orma editore, I Pacchetti; la curatela è di Federico Musardo che, oltre a selezionare le epistole, ci offre una snella prefazione e delle brevi note introduttive per ciascun testo. Qui di seguito l’ultima lettera del libricino, indirizzata all’editore Alberto Carocci, con la sua introduzione: Pavese ha appena ricevuto la prima copia della sua opera d’esordio, la silloge di poesie Lavorare stanca, e trattiene a stento l’entusiasmo.

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Intervista a Luigi Ballerini, poeta e traduttore di James Baldwin, Edgar Lee Masters ed Herman Melville

Luigi Ballerini, intervista, poeta e traduttoreJames Baldwin, in Stamattina stasera troppo presto, riesce a esprimere tutto il disagio di chi viene discriminato per il colore della propria pelle insieme alla rabbia e alla frustrazione che ne scaturiscono; ma nei suoi racconti non c’è vittimismo: sono storie di uomini e donne che vorrebbero smettere di avere aspettative troppo alte sui loro simili e sulla propria vita e non sempre ci riescono. Forse è proprio questo che rende Baldwin, prima ancora che una “figura di spicco della coscienza nera”, uno scrittore di straordinario talento. A tradurre Stamattina stasera troppo presto per Racconti edizioni è stato Luigi Ballerini, docente di letteratura italiana e poeta, oltre che traduttore: tra le altre opere di cui si è recentemente occupato ci sono anche Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master e Benito Cereno di Herman Melville.

Sei stato tu a proporre a Racconti edizioni la traduzione di Stamattina stasera troppo presto o è stata la casa editrice ad affidartela?
No, la proposta mi è stata fatta da Racconti edizioni. Si tratta in effetti di una traduzione rivista, e a tutti gli effetti migliorata, di una mia traduzione pubblicata molti anni fa da Rizzoli. Aggiungo molto volentieri che alcuni dei miglioramenti sono stati suggeriti da Emanuele Giammarco. Certe modalità espressive erano un po’ troppo “datate”, cioè, nel caso specifico, troppo vicine a modi di dire in voga negli anni Sessanta; altre risentivano un po’ troppo di alcune predilezioni stilistiche che non erano del tutto allineate con la scrittura di Baldwin. È stato un bel lavoro di messa a punto. Oddio non era male nemmeno prima, però adesso è meglio. Continua a leggere

Dieci opere per aspiranti scrittori

Dieci opere per aspiranti scrittori,
che possono essere apprezzate anche dai lettori più esigenti

libri su libri

  1. Bassotuba non c’è di Paolo Nori
    Perché con la sorprendente e intemperante verbosità di Learco Ferrari, aspirante scrittore e alter ego di Nori, manifesta come lo stile sia innanzitutto un personale strumento espressivo.
  2. Chiedi alla polvere di John Fante
    Per l’intensità con cui il protagonista, Arturo Bandini, si strugge nella fame d’amore e nell’ambizione letteraria.
  3. Fahrenheit 451 di Ray Bradbury
    Che dimostra il valore sovversivo, al pari dei sentimenti, dei libri e della conoscenza.
  4. Gioventù di John Maxwell Coetzee
    Per la crudeltà con cui rappresenta la testardaggine che spesso contraddistingue chi persegue una presunta vocazione letteraria.
  5. Hotel a zero stelle di Tommaso Pincio
    Perché affronta il tormento delle aspirazioni artistiche e della stupidità del nostro tempo, suggerendo un possibile riscatto – ma anche perché fa i conti con alcuni dei più importanti scrittori moderni. Continua a leggere