Ovvero la responsabilità di pubblicare un’opera letteraria
Forse si può immaginare con quanta ansia uno scrittore partecipi alla pubblicazione del proprio libro, risultato di anni di lavoro, letture e revisioni, con la costante preoccupazione di rivelare troppo della propria storia, delle proprie ossessioni. Poi la fatica di far pervenire l’inedito a chi lavora in ambito editoriale e la frustrazione del silenzio che quasi sempre ne segue. E se si giunge a vedere il proprio nome su una copertina, tutto questo rischia di venire sminuito da una critica superficiale e abborracciata, da qualche commento in un italiano maldestro sui social, o peggio: si potrebbe ricevere solo indifferenza. È un percorso complesso, soprattutto per chi è al suo esordio, e in troppi continuano ad attendere un riconoscimento che non arriverà mai.
Sono meno note invece le paure di chi a un libro tra tanti ha scelto di dare forma, perché dopo un numero incalcolabile di pagine ha trovato quelle che suscitano il suo interesse e la sua ammirazione. Si ha paura che quel testo sia stato nel frattempo già notato da un altro editore: se si è una piccola realtà, si può esser certi che l’inedito sia passato per molte mani quando lo si riceve. Si ha paura che il confronto con l’autore durante l’editing e il lavoro redazionale si trasformi in una danza in cui ogni passo può irritarne la suscettibilità; che sfuggano dei refusi dopo aver dato l’ordine di stampa; che le copie giungano difettate dalla tipografia, compromettendo i tempi del lancio promozionale. Ma soprattutto si condivide la stessa paura dell’autore che la pubblicazione passi inosservata, che quell’opera, con la quale si ambisce ad allargare fosse anche solo di un millimetro l’orizzonte della letteratura, finisca anzitempo nel sovraffollato regno dell’oblio.
È da un bel po’ che questo blog ha perso il tono scanzonato con il quale era nato, ma oggi più che mai c’è di nuovo bisogno anche di ironia e di ricordarsi che, nel bene e nel male, l’inverosimile accade ogni giorno – in altre parole, che mi crediate o no, come sempre racconto in forma edulcorata o un po’ travisata episodi reali, sperando che vi strappino un sorriso o, se siete autori che muovono i primi passi, vi suggeriscano indirettamente errori da non commettere.
Scrittore: Non avendo di meglio da fare in questi giorni, ho scritto il mio primo romanzo. Editor: Vuole che lo legga o mi sta chiedendo di suggerirle qualche hobby?
Una selezione delle mail raccolte nella cartella “Anche no” e degli scambi avuti su Messenger negli ultimi mesi, così se dovessi diventare un misantropo potrete fare a meno di chiedermi come mai.
Mail all’editor
1.
Gentili Sig.ri,
vi invio questa per farvi notare il mio libro, già sul mercato SOLO IN FORMATO E-BOOK, che in breve ha suscitato reazioni positive e alquanto di impressione. A partire dal titolo:
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Il titolo colpisce e spaventa, il contenuto diverte, il finale sconcerta.
Dal punto di vista letterario questa tematica ATTUALISSIMA è stata approcciata da me per la prima volta in campo letterario. È uno squarcio psicologico in chiave falsamente umoristica.
Vi pregherei di leggere le recensioni e valutare commercialmente il valore di tale libro.
Vi conviene! Continua a leggere →
Brevi considerazioni sul sistema editoriale e nuova vita per il sottoscritto, ovvero stop and go per TerraRossa Edizioni
Quando nelle scorse settimane accennavo alla possibilità di acquistare e gestire in prima persona il marchio di TerraRossa Edizioni, le reazioni erano sempre e solo di due tipi: sgomento e invito a riconsiderare l’eventualità da parte di chi lavora nel mondo editoriale, esaltazione e felicitazioni da tutti gli altri. Cercherò allora di spiegare agli uni e agli altri cosa mi abbia spinto a compiere questo azzardo e perché il mio entusiasmo fosse contenuto. Continua a leggere →
A meno che non gli sia stata richiesta una scheda di valutazione (e venga pagato per farla), è probabile che un professionista dell’editoria dedichi a ciascun manoscritto solo un’attenzione limitata, per cui è fondamentale che il modo in cui gli viene proposto sia quello giusto: potrebbe influire sul suo approccio all’opera, fermo restando che, se non viene incuriosito dalle prime pagine e da quelle a campione con cui ne saggerà la caratura, difficilmente deciderà di leggerlo integralmente (concedendogli due-tre-quattro giorni, quelli che occorrono insomma). Ecco alcuni consigli per scrivere efficacemente sinossi e biografia.
Sinossi Si tratta di una breve presentazione del testo, e breve vuol dire appunto non più di una cartella (2000 battute circa), altrimenti si fa prima a saggiare direttamente l’inedito. [Sembra scontato, ma ne ho viste alcune lunghe sino a cinque-sei cartelle.]
Occorre essere chiari perché, se già è incomprensibile il modo in cui ricostruite la trama e giustificate le scelte stilistiche, si inizia a dubitare delle vostre capacità autoriali ancor prima di cominciare a leggere il manoscritto. [Dopo aver riletto una mail di presentazione tre volte e aver provato a fare l’analisi logica per ricostruire il senso dei periodi, è difficile resistere alla meschina tentazione di cestinare subito tutto.] Continua a leggere →
Scrittore: Le invio in valutazione un noir ideologicamente impegnato, ma non privo di umorismo e nonsense. Lo stile potremmo definirlo grottesco e iperreale, una sintesi inedita tra stile carveriano e massimalismo postmoderno.
Editor: Accidenti! Credo che abbia inaugurato un nuovo genere letterario: potremmo definirlo pot-pourri…