Convivere con la paura del fallimento

Ovvero la responsabilità di pubblicare un’opera letteraria

Forse si può immaginare con quanta ansia uno scrittore partecipi alla pubblicazione del proprio libro, risultato di anni di lavoro, letture e revisioni, con la costante preoccupazione di rivelare troppo della propria storia, delle proprie ossessioni. Poi la fatica di far pervenire l’inedito a chi lavora in ambito editoriale e la frustrazione del silenzio che quasi sempre ne segue. E se si giunge a vedere il proprio nome su una copertina, tutto questo rischia di venire sminuito da una critica superficiale e abborracciata, da qualche commento in un italiano maldestro sui social, o peggio: si potrebbe ricevere solo indifferenza. È un percorso complesso, soprattutto per chi è al suo esordio, e in troppi continuano ad attendere un riconoscimento che non arriverà mai.

Sono meno note invece le paure di chi a un libro tra tanti ha scelto di dare forma, perché dopo un numero incalcolabile di pagine ha trovato quelle che suscitano il suo interesse e la sua ammirazione. Si ha paura che quel testo sia stato nel frattempo già notato da un altro editore: se si è una piccola realtà, si può esser certi che l’inedito sia passato per molte mani quando lo si riceve. Si ha paura che il confronto con l’autore durante l’editing e il lavoro redazionale si trasformi in una danza in cui ogni passo può irritarne la suscettibilità; che sfuggano dei refusi dopo aver dato l’ordine di stampa; che le copie giungano difettate dalla tipografia, compromettendo i tempi del lancio promozionale. Ma soprattutto si condivide la stessa paura dell’autore che la pubblicazione passi inosservata, che quell’opera, con la quale si ambisce ad allargare fosse anche solo di un millimetro l’orizzonte della letteratura, finisca anzitempo nel sovraffollato regno dell’oblio.

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ADESSO TIENIMI di Flavia Piccinni

Adesso tienimi_Flavia Piccinni_fronte copertinaDietro le quinte della nuova edizione del romanzo d’esordio di Flavia Piccinni

Non ho scoperto Flavia Piccinni attraverso la fortunata prima edizione di Adesso tienimi (Fazi, 2007), ma con il romanzo successivo, Lo sbaglio (Rizzoli, 2011). Mi colpì la sua capacità di portare all’estremo le situazioni e i sentimenti attraverso un accumulo di piccole incrinature e mi sorprese la giovane età dell’autrice (nata nel 1986). Continua a leggere

IL PANTARÈI di Ezio Sinigaglia

giovanni turi ed ezio sinigaglia, terrarossa edizioniDietro le quinte dell’ultimo volume della collana Fondanti di TerraRossa Edizioni

A parlarmi per la prima volta di Ezio Sinigaglia è stato un nostro comune amico, Giuseppe Girimonti Greco, eccellente traduttore e infaticabile consulente editoriale: era il marzo 2016 ed era stato da poco pubblicato Eclissi per Nutrimenti. Lessi con grande piacere il romanzo, apprezzandone l’eleganza stilistica e l’abilità dell’autore di porre al lettore domande semplici e profonde attraverso il vissuto e i bilanci esistenziali del protagonista; decisi quindi di interrogare Ezio, incuriosito anche dal fatto che fossero trascorsi trent’anni fra Elissi e il suo romanzo d’esordio, Il pantarèi, pubblicato nel 1985 da SPS. Ne venne fuori un’intervista pregna di acume che mi colpì molto e suscitò in me un grande interesse per quell’amata opera prima che aveva portato il suo autore al ripudio del mondo editoriale, incapace di coglierne l’originalità stilistica e tematica. Continua a leggere

Dietro le quinte della GENTE PER BENE di Francesco Dezio

La gente per bene_Francesco DezioCome un’eruzione di ironia, acume e frustrazione diventi una potente opera letteraria

Lo smartphone comincia a squillare e compare il nome di Francesco Dezio. Ho qualche istante di esitazione prima di rispondere: le sue telefonate sono sempre sfiancanti, ma è anche uno degli scrittori più talentuosi con cui abbia mai lavorato.
Mi chiede se abbia notizie sulla data di pubblicazione di Nicola Rubino è entrato in fabbrica: abbiamo da poco terminato la revisione per rieditare con TerraRossa il romanzo che aveva segnato il suo folgorante esordio con Feltrinelli. Poi tira fuori il vero motivo della chiamata: come mi aveva accennato un paio di mesi prima, ha terminato di scrivere il nuovo romanzo, La gente per bene, e vorrebbe che lo valuti; avevo rimandato il tutto a giugno (2016), quando sarei stato un po’ più libero e ora non posso tirarmi indietro. Continua a leggere

Io, Cristò e il suo ultimo romanzo: RESTIAMO COSÌ QUANDO VE NE ANDATE

Giovanni e Cristò, prima di Restiamo così quando ve ne andateStoria di un’amicizia, dell’ultimo romanzo di Cristò e di una scommessa (che non intendo perdere)

Ci sono due ricordi legati a Restiamo così quando ve ne andate, che all’epoca era ancora intitolato L’hashish nobilita l’uomo: risalgono uno all’estate del 2014 e l’altro a quella successiva. Nel primo siamo al mare, nei pressi di Ostuni, e Cristò mi ha appena consegnato il dattiloscritto, spiegandomi cosa sia e trattenendo a stento la voglia di anticiparmi come spiazza il lettore. Nell’altro ci troviamo sotto casa di un’amica comune: da Einaudi gli hanno dato risposta negativa e sto cercando di rassicurarlo sul valore di quanto ha scritto. Sa che lo penso davvero, perché non sempre ho espresso giudizi positivi su ciò che mi ha fatto leggere, e mi chiede di aiutarlo a trovare un editore. Continua a leggere

Da editor a editore, che follia

Brevi considerazioni sul sistema editoriale e nuova vita per il sottoscritto, ovvero stop and go per TerraRossa Edizioni

Quando nelle scorse settimane accennavo alla possibilità di acquistare e gestire in prima persona il marchio di TerraRossa Edizioni, le reazioni erano sempre e solo di due tipi: sgomento e invito a riconsiderare l’eventualità da parte di chi lavora nel mondo editoriale, esaltazione e felicitazioni da tutti gli altri. Cercherò allora di spiegare agli uni e agli altri cosa mi abbia spinto a compiere questo azzardo e perché il mio entusiasmo fosse contenuto. Continua a leggere

Io, Claudia Lamma e Jenny la Secca: suppergiù una storia d’amore (editoriale)

copertina Jenny la Secca di Claudia Lamma, TerraRossaVi racconto l’apprensione, l’entusiasmo, la frustrazione e l’affetto che ci sono dietro a un libro, ovvero il labirintico percorso che ha portato alla pubblicazione di Jenny la Secca, romanzo d’esordio di Claudia Lamma. Il mio lavoro, in fondo, questo è: stabilire legami con chi scrive per provare a raggiungere chi legge.

Ho un paio d’ore di tempo e ne approfitto per controllare le e-mail che mi sono arrivate all’indirizzo della Stilo Editrice. Ormai lo faccio saltuariamente, sia perché ho la testa a un altro progetto che si delinea all’orizzonte (TerraRossa Edizioni), sia perché siamo ad aprile (del 2015): uno dei quattro mesi durante l’anno in cui faccio la guida turistica a tempo pieno, sette giorni a settimana – prima o poi sarebbe interessante condurre un’inchiesta sui secondi e terzi lavori della quasi totalità dei professionisti dell’editoria.
Tra i tanti inediti c’è quello di una bolognese, sono circa 650.000 battute: pubblichiamo testi molto più corti e per ragioni distributive e promozionali stiamo privilegiando gli autori pugliesi. Insomma, potrei cestinarlo direttamente, anzi, sarebbe la cosa più logica da fare. Invece comincio a leggere le prime righe di Jenny la Secca, mi prendono: c’è un tizio malconcio legato su una sedia e a ridurlo così sono stati due suoi amici. Sbircio l’ora. Ho ancora una ventina di minuti, poi devo spegnere il pc e scappare al parcheggio degli autobus. Sposto il file sul desktop e do un’altra occhiata alla biografia dell’autrice, Claudia Lamma: curriculum letterario pari a zero. La cerco su Facebook: quasi tutti gli aspiranti scrittori hanno chiesto (e ottenuto) l’amicizia di autori affermati, giornalisti, blogger che sono anche tra i miei contatti. Niente. Continua a leggere

Sono di Cosimo Argentina, Osvaldo Capraro e Francesco Dezio i primi tre Fondanti

copertine Fondanti_lightNicola Rubino è entrato in fabbrica di Francesco Dezio, Né padri né figli di Osvaldo Capraro, Il cadetto di Cosimo Argentina: le prime tre riscoperte della collana Fondanti di TerraRossa Edizioni.

Occorre interrogarsi su quante opere siano introvabili già a pochi anni dalla loro pubblicazione, sebbene abbiano ancora molto da dire ai lettori e siano migliori di gran parte delle novità che ogni settimana ingombrano gli scaffali delle librerie. Ma il dissenso e la polemica accendono gli animi (e i dibattiti sui social network) per qualche giorno e poi si stemperano senza lasciare traccia. Meglio allora invertire concretamente un trend insostenibile come quello dei “libri usa e getta”: la letteratura è e deve continuare a essere ciò che resta e continua a rivolgersi a ciascuno di noi.
Quella della collana Fondanti, però, non vuole essere una sterile “operazione nostalgia”, né limitarsi a rendere nuovamente disponibili i testi in e-book (come la pur meritoria collana Laurana reloaded diretta da Marco Drago): l’intenzione è sì quella di ripubblicare in forma cartacea romanzi significativi già editi e ormai fuori commercio, ma dando la possibilità agli autori di rivitalizzarli attraverso l’evoluzione che ha caratterizzato la loro scrittura, magari recuperando episodi e scelte stilistiche che erano stati snaturati in fase redazionale. Ogni pubblicazione sarà dunque preceduta da una prefazione in cui ciascuno scrittore racconterà il percorso autoriale intercorso nel frattempo e se e quanto questo abbia influito durante la revisione del testo, prima solitaria e poi con me e Tiziana Giudice (che sta facendo un’egregia correzione di bozze). Continua a leggere