Dieci opere per aspiranti scrittori,
che possono essere apprezzate anche dai lettori più esigenti
- Bassotuba non c’è di Paolo Nori
Perché con la sorprendente e intemperante verbosità di Learco Ferrari, aspirante scrittore e alter ego di Nori, manifesta come lo stile sia innanzitutto un personale strumento espressivo. - Chiedi alla polvere di John Fante
Per l’intensità con cui il protagonista, Arturo Bandini, si strugge nella fame d’amore e nell’ambizione letteraria. - Fahrenheit 451 di Ray Bradbury
Che dimostra il valore sovversivo, al pari dei sentimenti, dei libri e della conoscenza. - Gioventù di John Maxwell Coetzee
Per la crudeltà con cui rappresenta la testardaggine che spesso contraddistingue chi persegue una presunta vocazione letteraria. - Hotel a zero stelle di Tommaso Pincio
Perché affronta il tormento delle aspirazioni artistiche e della stupidità del nostro tempo, suggerendo un possibile riscatto – ma anche perché fa i conti con alcuni dei più importanti scrittori moderni. - Il mestiere di vivere di Cesare Pavese
Perché sconfessa lo stesso autore che sostiene: «La letteratura è una difesa contro le offese della vita»… - Il pendolo di Foucault di Umberto Eco
Che, tra l’altro, sbircia dietro le quinte della cattiva editoria. - La vita operosa di Massimo Bontempelli
Per l’ironica ammissione dell’inadeguatezza del letterato nella società moderna. - Lettere a nessuno di Antonio Moresco
Poiché è un diario delle frustrazioni di uno scrittore a confronto con il sistema editoriale (e di un’idealista rispetto al sistema politico). - Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino
Dove il protagonista apparente è il lettore, quello vero è il consulente editoriale che ha smarrito il senso della propria missione culturale.
Voi, invece, quali letture suggerireste agli aspiranti scrittori?
“Troppi paradisi” di Walter Siti
Perché non bisogna mai dimenticare la realtà (e nemmeno l’iper-realtà)
Da un paio di settimane è nel mio scaffale “prossime letture”… 😉
L’orizzonte degli eventi di Cristò, in cui uno scrittore giudica il suo libro ‘una porcheria’!
Ottimo suggerimento, direi!
consiglieri per migliorarsi nella scrittura “Esercizi di stile” Raymon Queneau
Giustissimo, grazie per il consiglio!
Se posso inserirmi nella discussione, consiglieri anche i racconti di Raymond Carver che sono un ottimo esempio di come si scrive un racconto breve. Tra l’altro molti dei suoi protagonisti sono scrittori.
Anche “Il mestiere di scrivere”, sempre dello stesso Carver, offre ottimi spunti.
Sul mio profilo fb, Giuse Alemanno propone:
“Novantatré” di V. Hugo, perché la parola – e la narrazione – si eleva, titanica.
“Leggere e scrivere” di Naipaul, perché il mestiere delle parole ha un senso.
“Tempo di uccidere” di Flaiano, perché tecnica e atmosfera sono pilastri.
Ahimè conosco solo alcuni dei libri proposti, ma permettetemi di esprimere la mia meraviglia (e anche un certo disappunto invidioso) sul fatto che non ci sia un solo nome di donna tra quelli indicati. Ho appena finito di leggere “Parlare non è mai neutro”…( e anche scrivere, aggiungo), di Luce Irigaray.
Perciò per “protesta” dirò soltanto:
” Niente insegna a scrivere bene quanto leggere cattivi scrittori”.
Hai ragione, Giulia, me ne sono accorto, ma non è colpa mia se per troppo tempo non avete avuto una stanza tutta per voi… 🙂
Grazie per il commento e alla prossima.
“Una storia semplice”, di Leonardo Sciascia. Poche pagine, ma c’è tutto.
Consigli ad un giovane scrittore di Virginia Woolf e Consigli ad un giovane scrittore di Cerami
“Il libro invisibile” di Sergej Dovlatov, appena recensito sul mio blog, dà uno sguardo diverso da quello offerto di solito, discostandosi dal fare manualistico di altri trattati che spesso sembrano solo operazioni editoriali.
Grazie per la segnalazione, quello di Dovlatov era già nella mia lista dei libri da leggere. Nessuno dei dieci elencati rientra comunque nella categoria “operazioni editoriali”. 😉
Sicuramente, ad eccezione del n. 8 (che non conosco), sono nomi più che affidabili 🙂
Il tuo blog mi piace sempre di più.
Usa parole semplici e comuni, perchè alla fine sono le più immediate ed efficaci.
PS: En passant, di Paolo Nori già parlammo 🙂
Grazie Guido, l’intento è proprio quello di creare un dialogo sia con i lettori sia con i professionisti.