Mondadori ha da poco pubblicato una raccolta di saggi sulla letteratura di Antonio Moresco, L’adorazione e la lotta
Pur avendo letto diverse opere di Antonio Moresco, non ne ho mai recensita nessuna, forse perché non avrei saputo spiegare come potessero convivere in me l’ammirazione per la sua radicalità, per la visionarietà di alcuni brani, per l’urgenza della sua scrittura e il tedio che provavo per pagine e pagine, quando la prosa diventava sovrabbondante e venivano ripetute per l’ennesima volta le stesse immagini. Per Gli esordi ho pensato che fosse stata l’aspettativa eccessiva a condizionarmi; per Fiaba d’amore il fatto che si trattasse appunto di una favola che con grazia si riprometteva solo di raccontare un sentimento; Gli increati, però, che pure è una delle opere italiane dall’incipit più potente e originale, è per me stata la conferma che come scrittore Moresco non riesce a emozionarmi né a scardinare o rinnovare davvero la mia percezione del mondo, a dispetto del suo talento (di cui per altro è ben consapevole): è come se il porsi al di là dei canoni narrativi finisse per farmi (o per fargli) smarrire il tracciato. Continua a leggere