Dieci opere per aspiranti scrittori

Dieci opere per aspiranti scrittori,
che possono essere apprezzate anche dai lettori più esigenti

libri su libri

  1. Bassotuba non c’è di Paolo Nori
    Perché con la sorprendente e intemperante verbosità di Learco Ferrari, aspirante scrittore e alter ego di Nori, manifesta come lo stile sia innanzitutto un personale strumento espressivo.
  2. Chiedi alla polvere di John Fante
    Per l’intensità con cui il protagonista, Arturo Bandini, si strugge nella fame d’amore e nell’ambizione letteraria.
  3. Fahrenheit 451 di Ray Bradbury
    Che dimostra il valore sovversivo, al pari dei sentimenti, dei libri e della conoscenza.
  4. Gioventù di John Maxwell Coetzee
    Per la crudeltà con cui rappresenta la testardaggine che spesso contraddistingue chi persegue una presunta vocazione letteraria.
  5. Hotel a zero stelle di Tommaso Pincio
    Perché affronta il tormento delle aspirazioni artistiche e della stupidità del nostro tempo, suggerendo un possibile riscatto – ma anche perché fa i conti con alcuni dei più importanti scrittori moderni. Continua a leggere

Italo Calvino, SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE (3)

La tua casa, essendo il luogo in cui tu leggi, può dirci qual è il posto che i libri hanno nella tua vita, se sono una difesa che tu metti avanti per tener lontano il mondo di fuori, un sogno in cui sprofondi come in una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori, verso il mondo che t’interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri.

Italo Calvino, SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE (2)

I romanzi lunghi scritti oggi forse sono un controsenso: la dimensione del tempo è andata in frantumi, non possiamo vivere o pensare se non spezzoni di tempo che s’allontanano ognuno lungo una sua traiettoria e subito spariscono. La continuità del tempo possiamo ritrovarla solo nei romanzi di quell’epoca in cui il tempo non appariva più come fermo e non ancora come esploso, un’epoca che è durata su per giù cent’anni, e poi basta.

Italo Calvino, SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE

Da tanti anni Cavedagna sta dietro ai libri mentre si fanno, pezzo a pezzo, vede libri nascere e morire tutti i giorni, eppure i veri libri per lui restano altri, quelli del tempo in cui erano per lui come messaggi d’altri mondi. Così gli autori: lui ha a che fare con loro tutti i giorni, conosce le loro fissazioni, irresolutezze, suscettibilità, i loro egocentrismi, eppure gli autori veri restano quelli che per lui erano solo un nome sulla copertina, una parola che faceva tutt’uno col titolo, autori che avevano la stessa realtà dei loro personaggi e dei luoghi nominati nei libri, che esistevano e non esistevano allo stesso tempo, come quei personaggi e quei paesi.