Intervista a Stefano Izzo, editor della narrativa italiana Rizzoli

rizzoli-libriStefano Izzo è editor della narrativa italiana Rizzoli e redattore di Granta Italia.

Quale percorso formativo e professionale ti ha portato a diventare editor Rizzoli?
Per entrare in una casa editrice, soprattutto una come la Rizzoli, a volte non basta avere talento, cultura, idee. A volte serve un colpo di fortuna, essere la persona giusta al momento giusto. Nel mio caso il colpo di fortuna si chiama Stefano Magagnoli, che nel 2005 fu casualmente ospite nell’agriturismo dei miei genitori nella campagna senese. All’epoca mi ero da poco laureato e lavoravo in un call center, covando il vago sogno di lavorare “intorno ai libri”, senza avere in verità alcuna consapevolezza di cosa si facesse realmente in una casa editrice. Avevo fatto vari tentativi, ma il massimo che avevo ottenuto era la possibilità di lavorare gratis per 12 mesi presso un editore scolastico: offerta rispedita al mittente. Magagnoli invece era un importante dirigente Mondadori (aveva da poco pubblicato Il Codice da Vinci…) e saltò fuori che cercava qualcuno che fosse giovane, intelligente, ma soprattutto avesse molta “fame”. Mi sono presentato, seduto di fronte a lui e, prima ancora ch’io potessi parlare, mi ha detto: «Ti faccio fare una prova. Se hai talento, sei il benvenuto. Altrimenti sei subito fuori». Una frase che mi intimorì, è chiaro, ma di cui apprezzai molto la schiettezza, e fu uno stimolo potente a sfruttare al meglio l’occasione. Poche settimane dopo, quando Stefano è approdato in Rizzoli, ho ricevuto la sua chiamata.

Oltre che dell’editing vero e proprio, ti occupi anche della selezione degli inediti? Attraverso quali canali vi giungono i manoscritti?
La selezione degli inediti è stato il mio primo incarico in casa editrice, ero il primo filtro delle centinaia di proposte che arrivavano ogni anno. Tra il 2005 e il 2008 credo di avere valutato circa un migliaio di dattiloscritti, leggendo per intero almeno la metà di essi, preparando per ciascuno un report dettagliato, rispondendo a tutti gli aspiranti. Questa parte del lavoro mi ha insegnato molto, in particolare mi ha permesso di affinare quella capacità di critica su cui si basa poi l’editing vero e proprio: in entrambi i casi si tratta di capire quali sono i punti forti e quelli deboli di un testo, se e come è possibile intervenire, se è un testo che può avere un pubblico o, almeno, una collocazione all’interno di un programma editoriale. Lo considero tuttora il passaggio obbligato per chiunque voglia imparare questo mestiere.
Quando ho iniziato, otto anni fa, la maggior parte delle proposte arrivava in cartaceo; oggi l’80% mi raggiunge via mail. Le agenzie letterarie sono forse il canale al quale diamo più attenzione, perché ciò che ci propongono ha già superato il loro vaglio. Ma tanti spediscono le loro pagine direttamente, senza intermediari. I più arditi mi contattano tramite i social network (cosa che però vorrei evitare…) o si fanno avanti a margine delle presentazioni in libreria. In generale apprezzo l’intraprendenza degli aspiranti scrittori perché soltanto chi è molto determinato e disposto a spendersi in prima persona può sperare, oggi, di vincere davvero la grande sfida.

Quanto contano nel tuo lavoro i criteri letterari e quanto gli orientamenti del mercato?
Lavorando per un grande editore è inevitabile il confronto con il mercato, che significa in certi casi assecondarlo, in altri cercare di determinarlo (come disse qualcuno, “il modo migliore per prevedere il futuro è inventarlo”). La proposta di narrativa italiana della Rizzoli è di circa 30-35 novità all’anno e le diverse collane ci permettono di affiancare la proposta letteraria a quella commerciale. Una cosa non esclude l’altra, e non è così improbabile che un romanzo “alto” incontri lettori di ogni tipo (un esempio recente: Walter Siti, da tempo tra i maggiori scrittori italiani, adesso amato anche dal grande pubblico). In generale sono fortemente contrario a un’idea elitaria della letteratura e vedo nel romanzo popolare una importante risorsa per il futuro.

Ti andrebbe di raccontarci un aneddoto divertente legato alla tua “vita da editor”?stefano izzo
Serata conclusiva del premio Strega 2013, lo scorso luglio. Lo spoglio dei voti è già a metà, il nostro candidato Walter Siti ha un ampio vantaggio, ma io seguo il conteggio con una concentrazione assoluta da calci di rigore durante la finale dei mondiali. A un certo punto mi si avvicina un signore – qualificandosi, mi pare, come costumista di Barbara D’Urso – e, dal niente, chissà perché, mi chiede se sono il nipote di Siti. Forse ha notato una qualche somiglianza? Bah. Ad ogni modo, ovviamente non sono suo nipote (e aggiungo: purtroppo) ma senza esitazioni gli rispondo di sì, e nelle ore seguenti, complici alcuni colleghi e l’euforia della vittoria, tengo in piedi la finzione e dico a un certo numero di sconosciuti che sono lì unicamente come accompagnatore del caro zio. E tuttora capita che ogni tanto qualcuno mi scriva per sapere se effettivamente sono o no il nipote del premio Strega…

Qualche anticipazione sulle prossime pubblicazioni da te curate per Rizzoli?
Al momento sono al lavoro sul prossimo spassosissimo romanzo di Andrea Vitali, che uscirà all’inizio del 2014. Un autore disponibile, generoso, che non tradirà i suoi tanti lettori. Nello stesso periodo uscirà anche il primo romanzo di un trader finanziario a cui tengo molto, sia perché è scritto “sorprendentemente bene per un genio della matematica”, sia perché racconta verità inquietanti su chi davvero determina il destino non soltanto dell’Italia ma del mercato globale: persone che non si vedono, che non vanno in tv, che non presenziano alle feste vip, che non parlano con la politica ormai impotente. È un libro destinato a togliere il sonno a molte persone.

Qui le precedenti interviste agli editor Nicola Lagioia (minimum fax), Antonio Paolacci (Perdisa Pop), Mario Desiati (Fandango), Alice Di Stefano (Fazi Editore), Jacopo De Michelis (Marsilio Editori), Gabriele Dadati (Laurana Editore), Chiara Valerio (Nottetempo), Davide Musso (Terre di mezzo), Elisabetta Migliavada (Garzanti): https://giovannituri.wordpress.com/category/interviste-a-editor/

9 thoughts on “Intervista a Stefano Izzo, editor della narrativa italiana Rizzoli

  1. Silvia Schwa ha detto:

    Grazie per la prima domanda. Mi fa sentire meno sola quando rifiuto certe proposte indecenti (lavorare gratis full time…)

  2. Stefania Forlani ha detto:

    Grazie per la sincerità nel dire “a volte serve un colpo di fortuna, essere la persona giusta al momento giusto”.

  3. […] Izzo, editor della narrativa italiana Rizzoli Mi sembra che la categoria dell’esordiente si sia […]

  4. […] Serena Casini, Silvio Bernardi, Alice Di Stefano, Michele Galgano, Alessandro Garigliano, Stefano Izzo, Mauro Maraschi, Daniela Marcheschi, Antonio Paolacci, Elisa Ruotolo e davvero tanti altri: a tutti […]

  5. […] editrici (tra cui minimum fax ed Einaudi – collana Stile Libero); Claudio Ceciarelli, editor e/o; Stefano Izzo, editor Rizzoli; Marco Rossari e Tommaso Pincio, scrittori e traduttori; Roberta Solari, […]

  6. […] Stefano Izzo, editor Rizzoli Già negli anni passati era evidente che la corsa all’esordiente – giovane o magari giovanissimo, atteso, fotografato, strombazzato e, di volta in volta, eletto a nuovo fenomeno o fatto a pezzi – stesse perdendo senso oltre che interesse da parte del pubblico. Mi pare che a questo punto possa dirsi finita (almeno fino alla nuova ondata, ça va sans dire). Nondimeno sono usciti alcuni buoni primi romanzi. Quello che mi ha colpito di più è La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro (Ponte alle Grazie), guarda caso un sessantenne, fulminante fin dall’incipit. Non mi piace tirare l’acqua al mio mulino, ma vorrei citare almeno I diavoli di Guido Brera, un romanzo che sorprende per la qualità della scrittura – non te lo aspetteresti dal manager di un fondo d’investimento, diciamolo pure, almeno finché non scopri che questo è un manager molto speciale – e perché, attraverso una storia originale e appassionante, riesce a raccontarti come davvero girano i soldi oggi. La pubblicazione più significativa del 2014? Tra gli italiani direi l’ultimo volume della serie dell’Amica geniale di Elena Ferrante (e/o), ormai molto più che un caso; tra gli stranieri sicuramente Il cardellino di Donna Tartt (Rizzoli). […]

  7. […] già intervistato Stefano Izzo quando lavorava per Rizzoli; da qualche mese si occupa però della narrativa italiana di DeA Planeta: un nuovo e ambizioso […]

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