Recensione dell’IMPRONTA DELL’EDITORE di Roberto Calasso

copertina_L'impronta dell'editore_Roberto Calasso

Recensione dell’Impronta dell’editore (Adelphi) di Roberto Calasso, pubblicata sul periodico di arte e cultura ilBellavista.

Due i peccati originali di questo libello di Roberto Calasso, direttore editoriale dell’Adelphi: il primo è il tratto autocelebrativo, che si addice a una pubblicazione promozionale più che a un’opera in commercio; il secondo è quello di non essere stato concepito unitariamente, si tratta infatti per lo più di una miscellanea di riflessioni e interventi già pronunciati o pubblicati altrove. Ciononostante è una lettura significativa e ricca di spunti, poiché Calasso non solo esplicita le coordinate storico-culturali dell’Adelphi, ma definisce anche i requisiti della buona editoria.

Quello dell’Adelphi è, infatti, uno dei cataloghi che spazia maggiormente tra le diverse discipline e gli innumerevoli generi letterari, ma sempre rispondendo a una trama di fondo complessa, affascinante e coesa. Spesso si tratta di opere affratellate dalla loro singolare natura di “libri unici”: «dove subito si riconosce che all’autore è accaduto qualcosa e quel qualcosa ha finito per depositarsi in uno scritto»; ma rilevanti sono anche il nesso con la cultura mitteleuropea e una certa ascendenza spirituale, con il tentativo di dar spazio a ciò che l’intellighenzia italiana di sinistra (degnamente rappresentata dall’Einaudi) tendeva nella seconda metà del ’900 a omettere, a trascurare.

Interessanti sono anche le considerazioni sul rischio di una cultura digitale che, con il proliferare delle interconnessioni, finisca per annullare il peso specifico e il significato non solo delle singole opere, ma anche del percorso editoriale in cui si collocano. E proprio sul ruolo dell’editore si soffermano con acume la seconda e la quarta sezione dell’Impronta dell’editore, le più incisive (la prima invece, come si accennava, si concentra prevalentemente sulle vicende e sulla singolarità dell’Adelphi, la terza raccoglie alcuni brevi articoli e discorsi commemorativi su celebri professionisti dell’editoria). Calasso sottolinea qui la paradossale difficoltà di rapportarsi con il mercato per chi si ponga come obiettivo esclusivo quello di pubblicare solo libri di valore, ma al contempo denuncia il rischio di venir troppo distratti da parametri di vendibilità e affini, screditando la propria linea editoriale e rinunciando a valutare la qualità. Invece, ribadisce con opportuna fermezza, sono proprio la ricerca letteraria, l’azzardo di un giudizio, il perseguimento di un’idea di cultura a definire la funzione di un editore e a garantirne l’irrinunciabilità anche nella nuova epoca del digitale.

3 thoughts on “Recensione dell’IMPRONTA DELL’EDITORE di Roberto Calasso

  1. amanda ha detto:

    se solo IlBellavista, a cui sono abbonata, arrivasse……

  2. […] Del resto a inquadrare perfettamente il problema era stato tempo fa Roberto Calasso che nell’Impronta dell’editore spiega: «La percezione della qualità o non-qualità di un libro diventa un elemento sempre più […]

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