FAMA TARDIVA di Arthur Schnitzler, recensione

FamFAMA TARDIVA di Arthur Schnitzlera tardiva, il romanzo di Arthur Schnitzler ora tradotto per la prima volta in italiano

È inspiegabile come un’opera pregevole come Fama tardiva di Arthur Schnitzler giunga solo ora in Italia per merito di Guanda Editore, nella traduzione di Alessandra Iadicicco.
Spesso, dopo la morte di un celebre autore, se ne continuano a pubblicare frammenti narrativi e opere incompiute, incuranti talvolta sia del loro valore letterario sia della volontà del defunto – il pretesto è quello dell’interesse documentario di questi testi, ma la vera ragione è meramente speculativa. In questo caso, però, Schnitzler considerò conclusa l’opera già nel 1895, non venne però pubblicata sulla rivista «Die Zeit» perché un suo redattore ritenne che sarebbe stata penalizzata se presentata a puntate così com’era e ne chiese una riduzione che non fu mai fatta. Fama tardiva finì così tra il materiale inedito dell’autore austriaco di origine ebraica, morto nel 1931, e poco mancò che il testo venisse distrutto quando le sue opere furono messe all’indice dai nazionalsocialisti.
Tutto questo lo si apprende dalla postfazione di Wilhelm Hemecker e David Österle e forse interesserà poco il lettore, quel che conta è infatti che questo breve romanzo ha la stessa forza perturbante e malinconica di Doppio sogno, lo scritto più celebre di Schnitzler insieme al Ritorno di Casanova.
Fama tardiva ha per protagonista un anziano impiegato, Eduard Saxberger, che da ragazzo aveva pubblicato una raccolta di liriche, passata pressoché inosservata; grande è dunque la sua sorpresa quando un giovane poeta, che ne ha trovata una copia da un rigattiere, lo rintraccia e lo introduce nel suo circolo culturale. L’uomo, che si era rassegnato a essere uno tra i tanti, si riscopre così “venerato maestro” e torna a condividere un fervore intellettuale che credeva perduto quando ormai è forse troppo tardi.
Non è però solo una storia bella e delicata sulle ambizioni letterarie, sulla vacua autoreferenzialità del mondo culturale, è anche una disamina delle illusioni che ognuno coltiva in gioventù, del difficile rapporto con il proprio passato. Arthur Schnitzler ha una capacità straordinaria di narrare i chiaroscuri dell’animo umano, la sua volubilità e vanità, con uno sguardo partecipe e discreto. Così, ad esempio, l’insicurezza di Saxberger viene suggerita dal peso che egli attribuisce a delle parole carpite tra i brusii di una folla e la sua insoddisfazione si manifesta nella necessità di proiettare verso l’esterno le cause del malumore; per cui la sua irritazione verso la signorina Gasteiner sembra scaturire solo dalla sgradevole giacca gialla che indossa, la sua incapacità di ringraziarla dalla fastidiosa sensazione lasciata dall’impronta umida e fredda delle labbra della donna sulla sua mano. Al di là dell’influenza degli studi medici e psicanalitici sulla sua opera, Schnitzler è però innanzitutto un narratore e lo dimostra anche il finale, in cui tutto viene scompaginato.
Insomma la lettura di Fama tardiva sarebbe da consigliare a chiunque e da imporre a chi nel mondo delle Lettere ci bazzica per passione o per lavoro, a dimostrazione che negli ultimi centoventi anni è cambiato ben poco, tanto che uno dei personaggi afferma: «È la solita vecchia storia. All’inizio ci basta la gioia personale di creare e la partecipazione dei pochi che ci capiscono. Ma alla fine, quando si vede che qualcuno diventa di moda, conquistandosi un nome e perfino una certa celebrità, si vorrebbe a propria volta essere ascoltati e celebrati. E allora arrivano le delusioni! L’invidia di coloro che sono privi di talento, la leggerezza e la malafede dei recensori, e poi la tremenda indifferenza della massa.»

3 thoughts on “FAMA TARDIVA di Arthur Schnitzler, recensione

  1. Guido Sperandio ha detto:

    «A dimostrazione che negli ultimi centoventi anni è cambiato ben poco», affermi. Giusto annotarlo con l’affermazione a seguire di uno dei personaggi.
    Serve a ricordare che l’essere umano non può che essere sempre quello al di là dei tempi e le apparenze. Nel campo delle lettere e ovviamente in ogni campo.
    A parte ciò, la scelta del titolo, vista la materia di questo blog, è veramente pertinente, a suo modo… un contributo data la specificità dei tuoi lettori 🙂

  2. mazzamerije ha detto:

    concordo con il tuo commento. Il romanzo è insieme piacevolissimo e amaro. Ma anche l’ironia con cui è raccontata la parabola del protagonista e del supponente gruppetto di poeti emergenti è quasi impagabile!

  3. […] Schnitzler, Fama Tardiva, Ugo Guanda Editore, Parma 2015 (Später Ruhm, […]

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