Pur avendo già pubblicato nel 2004 la raccolta di racconti Angeli a perdere (No Reply), il vero esordio di Giovanni Cocco può essere considerato La Caduta, romanzo pubblicato dalla casa editrice Nutrimenti nel 2013 e finalista al Premio Campiello. Sono seguiti Il bacio dell’Assunta (Feltrinelli) e La promessa (Nutrimenti), oltre a due opere a quattro mani, scritte con Amneris Magella, Ombre sul lago e Omicidio alla Stazione Centrale (entrambi Guanda).
Pur essendo due romanzi compiuti e autonomi, La Caduta e La promessa formano nelle intenzioni di Giovanni Cocco un dittico che indaga la contemporaneità e la fragilità umana, definito Genesi. Il secondo affronta la tragedia del volo 4U9525, dirottato dal copilota contro il massiccio dei Trois-Évêchés lo scorso marzo, per interrogarsi sull’incapacità di accettare la casualità e la morte, ma anche sulla difficoltà di determinare le proprie vocazioni, di metabolizzare il passato, di fronteggiare i disturbi della propria psiche. Sebbene sia stato scritto in pochi mesi e quasi “in presa diretta”, si tratta dunque di un testo che non rinuncia alla complessità e che sorprende per lo stile nitido e denso con il quale la cronaca diventa materiale narrativo.
Vincent, il protagonista e narratore della Promessa, sente l’esigenza di approfondire il dramma del volo 4U9525 per l’affinità che scopre legarlo al copilota, Andreas Lubitz. È per la stessa ragione che hai sentito tua questa storia?
Il fatto di cronaca mi colpì dal primo giorno, e monopolizzò le mie giornate per una settimana, al punto che qualche tempo dopo decisi di recarmi sui luoghi dello schianto per cercare di capirne qualcosa in più. È probabile che nel personaggio di Vincent abbia riversato parte di quella curiosità, a tratti morbosa, che ho provato da subito e in maniera istintiva nei confronti di questa vicenda.
Hai completato la prima bozza del romanzo in poche settimane: avevi già chiari i nuclei tematici intorno ai quali ruota o si sono definiti in itinere? Solitamente quali sono le fasi e i tempi di cui necessiti per scrivere?
La promessa rappresenta un unicum all’interno della mia esperienza di scrittura: nessun disegno prestabilito, nessun progetto a tavolino, ma un romanzo scritto quasi di getto. Qualcosa di irrazionale che riesco a giustificare e spiegare solo ricorrendo a concetti inflazionati, ma mai come in questo caso rispondenti al vero: la necessità e l’urgenza di scrivere un libro così.
Sia La Caduta sia La promessa si sostanziano della cronaca recente: credi che tra i compiti della narrativa vi sia quello di testimoniare il proprio tempo e di cercare di analizzarlo quando ancora l’emotività non si è sedimentata?
No. Credo che sia il mio modo di intendere la narrativa. O meglio, una parte di essa. Genesi nasceva con l’obiettivo dichiarato (e se vogliamo, estremamente presuntuoso) di cimentarsi con un approccio diverso (tematiche universali calate in un contesto extra italiano; utilizzo di modelli narrativi precisi) e con modalità, tutto sommato, inedite, almeno per quello che riguarda la narrativa italiana corrente. Continua a leggere