Gli esordi italiani e le pubblicazioni più importanti del 2013

Origami-2013

Ho posto agli editor intervistati e ad alcuni giornalisti e critici letterari questa domanda: “Quale ritiene sia stato l’esordio italiano più interessante e quale la pubblicazione più significativa del 2013?”. Ecco le loro opinioni.

Daniela Brogi, critico letterario
Tra le opere italiane d’esordio che sono riuscita a leggere nel 2013, il testo che più mi ha interessato, per la scelta del tema, come per l’ambizione compositiva, malgrado alcune debolezze di tenuta e di stile, è il romanzo A viso coperto, di Riccardo Gazzaniga, già vincitore del Premio Calvino 2012, e pubblicato nella collana Stile libero Einaudi. Ho apprezzato la scelta di costruire una trama che provasse a raccontare la violenza degli Ultras cercando di far entrare la scrittura dentro quel mondo, senza limitarsi a descriverlo sociologicamente. Da questo punto di vista il libro mi è parso originale.
Vedo due tendenze limitanti e prevalenti nella narrativa italiana più recente, anche nei suoi casi più rilevanti: da un lato l’indugio su un mondo molto, troppo prossimo a una quotidianità autoreferenziale e ripetitiva; e, dal lato opposto, l’attitudine a raccontare un mondo che si vuole osservare, sistemare, magari pure moralizzare, senza di fatto entrarci davvero. Ambedue gli aspetti possono essere limitanti, tanto più se si considera che, a dispetto delle letture e degli atteggiamenti postumi rispetto alla contemporaneità, il nostro presente è pieno di cambiamenti epocali e di contraddizioni da narrare.
Tra le pubblicazioni più significative invece segnalo I Melrose, i primi tre romanzi, pubblicati in un unico volume da Neri Pozza – il quarto, Lieto fine, è uscito qualche settimana fa. Il ciclo dei Melrose, scritto da Edward St Aubyn, compone un romanzo famigliare che a mio avviso rimarrà. E ancora, se posso, il romanzo dello scrittore bosniaco Aleksandar Hemon: Il libro delle mie vite (Einaudi), che è un significativo esempio di come la scrittura autobiografica possa mettere in gioco, in senso tanto etico quanto stilistico, questioni più essenziali dell’alternanza tra fiction, autofiction e non fiction, praticata, in Italia, con un gusto e una postura che talvolta corrono il pericolo di rinchiudersi nella maniera.

Raoul Bruni, critico letterario
Alla prima domanda rispondo: La caduta (Nutrimenti) di Giovanni Cocco; alla seconda: la traduzione integrale in inglese dello Zibaldone di Leopardi, curata da Michael Caesar e Franco D’Intino per l’editore statunitense Farrar, Straus and Giroux.

Serena Casini, junior editor della narrativa italiana ilSaggiatore
Personalmente guardo con curiosità a Francesco Formaggi, che quest’anno ha esordito con Neri Pozza con Il casale: controllato e metodico nella scrittura, attento alle pieghe della mente, la cui parola ha una sensibilità rara.
Difficilissimo dire quale sia per me la pubblicazione più significativa del 2013. Molto. E allora vado di affetti e di pancia e compaiono nella mente due nomi, e mi dispiace che siano non italiani ma così mi è venuto: La festa dell’insignificanza di Kundera, uscito per Adelphi (ho amato la chiacchierata dei cinque amici ritratti con ironico cinismo dal praghese-parigino), Stella distante (Adelphi) di Roberto Bolaño, che recensii con amore su Bookdetector.

Gabriele Dadati, editor della narrativa italiana Laurana Editore
Per me l’esordio italiano più interessante del 2013 è il romanzo L’ordine di Babele di Flavio Villani, che è stato pubblicato da Laurana Editore a novembre scorso. Pazienza se l’ha pubblicato l’editore di cui sono consulente, e quindi mi si taccerà di conflitto d’interessi, ma quello di Flavio è un libro come non se ne vedevano da anni. Non solo nell’ambito della narrativa italiana. Un libro veramente prodigioso.
La pubblicazione più significativa? Direi più che altro la decisione editoriale più significativa: quella di Adelphi di rimettere in commercio, uno dopo l’altro, i titoli dispersi di Emmanuel Carrère, a cominciare dal più importante: L’avversario.

Jacopo De Michelis, responsabile narrativa Marsilio Editori Continua a leggere

Intervista a Elisabetta Migliavada, direttrice della narrativa Garzanti

logo Garzanti

Elisabetta Migliavada è la direttrice della narrativa Garzanti e tra i bestseller che ha portato in Italia figurano romanzi come Il profumo delle foglie di limone della Sánchez e Il linguaggio segreto dei fiori della Diffenbaugh.

Quali passi ti hanno portato dallo stage alla Piemme alla conduzione della narrativa per Garzanti?
Iniziare in Piemme per me è stata una grande fortuna, perché è lì che ho imparato le basi del lavoro editoriale e del publishing. Ero circondata da grandi professionisti che mi hanno insegnato tanto. Inoltre, la dimensione della casa editrice mi ha permesso di seguire sin da subito anche altri aspetti connaturati al mio lavoro, fondamentali, che vedevano la collaborazione stretta tra editoriale marketing e ufficio stampa. È stata una grande scuola. Dopo quattro anni, sono stata assunta in Garzanti, inizialmente in qualità di editor della narrativa straniera, per poi diventarne direttrice. Ero felicissima: ero stata presa dalla casa editrice di alcuni dei miei autori preferiti, ma c’era da rimboccarsi le maniche, trovare nuovi autori, lanciarli, sfidare il mercato. È stato ed è un grande percorso, che ha dato grandi risultati grazie al lavoro d’equipe della Garzanti e del gruppo Gems. In questi anni Garzanti si è imposta soprattutto nella narrativa femminile di qualità, e siamo riusciti a lanciare autori come Kim Edwards, Vanessa Diffenbaugh, Brunonia Barry, Erica Bauermeister, e Clara Sánchez, l’autrice spagnola ancora più letta del momento e ancora in classifica (tra poco festeggeremo i tre anni!) con Il profumo delle foglie di limone. Da un anno sono anche direttrice della narrativa italiana. Lavorare con gli autori è un processo di arricchimento continuo e mi sta dando tante soddisfazioni.

Attraverso quali canali scovi i nuovi autori e cos’è per te l’editing?
I canali sono tanti. Gli agenti prima di tutto. Ma anche le autocandidature: sono moltissime ed è impossibile guardarle tutte tempestivamente, ma credo sia importante comunque non ignorarle perché spesso anche lì tra le pile di manoscritti si può nascondere un fiore che attende solo di sbocciare.
L’editing è un processo lungo ed elaborato, che richiede tante ore. Le fasi sono tante, ma principalmente avviene in due passaggi: una prima sessione in cui insieme allo scrittore analizziamo il romanzo nel suo insieme, e una seconda in cui si interviene più nel dettaglio. Una regola che seguo sempre è questa: fare domande, tantissime domande. Non soltanto all’autore, anche ai suoi personaggi, e stimolarli a rispondere attraverso la penna dello scrittore. E ascoltare, ascoltare, ascoltare: solo così si riesce a lavorare bene insieme. Il mio lavoro è simile a quello di un’ostetrica: fare in modo che il bambino nasca, ma la madre ovviamente non sono io. Continua a leggere

Come fa un editor a scegliere un libro?

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Come fa un editor a scegliere un determinato libro e non un altro? Ecco il vademecum di Elisabetta Migliavada, responsabile della narrativa Garzanti.

1) Ascolta la pancia, ascolta il cuore. Sì perché prima di tutto, sin dalle prime pagine, deve scattare qualcosa di istintuale. È una sensazione, che senti precisamente tra lo stomaco, la pancia e il petto. La sensazione che quel libro va preso. Un qualcosa che non so definire, un po’ come l’innamoramento.

2) Premia la chiarezza. Premia la cura della lingua. La scelta delle parole. Premia la freschezza e l’immediatezza. La capacità che solo alcuni scrittori hanno di farti vivere quello che stai leggendo sia che sia ambientato in un mondo che conosci bene, in un mondo lontano e sconosciuto, in un passato o in un futuro oscuro.

3) Quelle parole che stai leggendo devono far viaggiare la tua mente. Devono permetterti di annullarti. […]

4) Sei sorpresa. Sorpresa dal modo straordinario che quel libro ha di raccontarti l’ordinario, la vita comune. Oppure sei sorpresa dall’originalità della sintassi. Dall’unicità della voce dello scrittore.

5) Hai la pelle d’oca. Non sempre succede, ma con certi libri accade.

6) Stai imparando qualcosa.

 

Qualche indicazione sull’argomento la trovate anche qui:
https://giovannituri.wordpress.com/2013/01/18/vita-da-editor-32/