LA STRADA di Cormac McCarthy e le parole che portano il fuoco

the-road_filmUna riflessione di Emma Cannavale che parte dalla Strada (Einaudi) di Cormac McCarthy per ragionare sull’importanza delle parole e della scrittura

Poco prima che il mondo cambiasse all’improvviso, poco prima che ci trovassimo a fare i conti con una realtà delle cose assai poco reale e assolutamente inedita, poco prima di vivere una condizione esistenziale anomala della quale sfugge il senso, non solo di quanto sta accadendo ma anche di come lo si sta raccontando, avevo proposto di leggere La strada di Cormac McCarthy al gruppo di lettura che si tiene mensilmente da tre anni alla Libreria Campus di Bari.
Il romanzo di McCarthy è un’apocalisse desolata; un paesaggio di cenere, fame e solitudine nel quale un padre e un figlio spingono un carrello della spesa in un mondo di pioggia nera, alberi scheletrici e rovine fumanti. Un silenzio cattivo in cui si aggirano branchi di individui resi bruti dall’istinto di sopravvivenza fine a se stesso, dal freddo e dalla paura; nutrono se stessi di una violenza cannibale, si aggirano in un mondo senza scampo. Continua a leggere

Raymond Carver e Gordon Lish: demoni, editing e scrittura

Raymond CarverDi cosa parliamo quando parliamo d’amore e Principianti: le due versioni della seconda raccolta di racconti di Raymond Carver

Tra la maggior parte dei lettori di Raymond Carver prevale l’idea che Gordon Lish sia l’editor che ne ha stuprato i racconti: certo, tagli in alcuni casi sino al 78% del testo originario lasciano intendere quanto invasivo sia stato il suo apporto, ma sarebbe semplicistico e ingiusto parlare di una sadica mutilazione e indubbiamente è a lui che si deve se oggi Carver viene considerato uno degli autori statunitensi più importanti del ’900, nonché il più rappresentativo della corrente minimalista. Continua a leggere

RISVOLTI DI COPERTINA – Viaggio in 14 case editrici italiane di Cristina Taglietti

Risvolti di copertina, Cristina Taglietti, LaterzaUn interessante saggio sull’editoria italiana pubblicato da Laterza

In Risvolti di copertina – Viaggio in 14 case editrici italiane (Editori Laterza) Cristina Taglietti, giornalista culturale del «Corriere della sera», ci offre una panoramica, non esaustiva ma molto rappresentativa, della nostra editoria, dando spazio e voce a direttori e amministratori sia di grandi colossi sia di marchi indipendenti e facendone emergere storia e peculiarità. Continua a leggere

Intervista a Daniele Petruccioli, traduttore di BILIARDO SOTT’ACQUA di Carol Bensimon

Daniele PetruccioliCredo che la prima volta in cui ho posto particolare attenzione al traduttore sia stato leggendo 37° 2 al mattino di Philippe Djian (Voland), un romanzo che ho amato come davvero pochi altri. Ma il nome di Daniele Petruccioli ricorre anche in altre opere che ho molto apprezzato, come La caduta delle consonanti intervocaliche di Cristovão Tezza (Fazi) o Sono tutte storie d’amore di Dulce Maria Cardoso (Voland). Petruccioli traduce da portoghese, francese e inglese e tra i suoi ultimi lavori occorre annoverare anche Fine di Fernanda Torres e Ritorno a Fascaray di Annalena McAfee, per Einaudi, e Biliardo sott’acqua di Carol Bensimon, che inaugura la sezione straniera della collana Romanzi curata da Giuseppe Girimonti Greco per Tunué.
La giovane autrice brasiliana intesse, con una scrittura fatta di levità e omissioni, un romanzo corale che ha il detonatore nella morte di una ragazza e si sviluppa prevalentemente intorno a tre personaggi, resi vividi anche dal ricorso alla prima persona: Bernardo, impacciato amico e corteggiatore di Antônia; Camilo, fratello maggiore di lei e incallito perdigiorno; Alexandre, detto il Polacco, barista in fuga dal passato.
Qui di seguito un’intervista su questa nuova collaborazione e sulla professione di traduttore. Continua a leggere

Cinque consigli di narrativa italiana contemporanea

Per lavoro e per passione dedico molta attenzione alla narrativa contemporanea: credo che ogni tanto riservi delle sorprese e delle conferme tutt’altro che trascurabili. Ecco le mie considerazioni, seguite da un breve estratto, sugli ultimi libri di autori italiani che per ragioni diverse ho apprezzato. Continua a leggere

Intervista ad Andrea Pomella, autore dell’UOMO CHE TREMA – Professione scrittore 28

Andrea Pomella ha esordito in ambito narrativo nel 2008 con Il soldato bianco (Aracne), cui sono seguiti La misura del danno (Fernandel) e Anni luce (Add); quest’ultimo gli è valso anche l’ingresso nella dozzina dei candidati al Premio Strega 2018. La sua ultima opera, L’uomo che trema (Einaudi), è una perlustrazione in prima persona, lucida e lacerante, nei meandri della depressione.

Nel settembre 2017 ha avuto grande risonanza un tuo articolo sulla depressione pubblicato su Doppiozero: a che punto eri della stesura dell’Uomo che trema e in che modo quell’attenzione ti ha condizionato?
L’articolo era il primo capitolo del libro. Fino a quel momento avevo scritto solo tre dei venti capitoli che avrebbero poi trovato posto nel lavoro ultimato. La mia idea iniziale era di fare la cronaca di un percorso terapeutico. La gran parte dei fatti che volevo narrare – e che poi in effetti avrei narrato – non erano ancora accaduti. In più ero restio a pubblicare l’articolo, l’ho fatto solo su insistenza di Marco Belpoliti. L’attenzione che ne è derivata mi ha molto stupito, più che altro perché non credevo che potesse essere un tema in grado di suscitare tanta partecipazione nella comunità dei lettori. Ma quell’interesse non mi ha condizionato più di tanto. Conosco bene i meccanismi del web e so che un’attenzione di quel tipo è quasi sempre effimera.

Sul sito della Einaudi L’uomo che trema viene definito un memoir, ma il filtro prismatico della scrittura e il carattere ibrido della narrativa contemporanea lasciano aperte anche altre interpretazioni. Qual era il tuo intento?
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I bestseller del 2017 editore per editore (A-I)

bestseller libriCome lo scorso anno, ho chiesto a diversi editori quale sia stato il loro libro più venduto negli ultimi dodici mesi e quali ritengono siano state le ragioni del successo; chiaramente tra i numeri relativi ai bestseller dei piccoli e quelli dei grandi editori ci sono differenze quantitative ragguardevoli, ma quel che qui conta è offrire una panoramica diversificata dei titoli che hanno rappresentato un scommessa vinta per chi li ha pubblicati. Continua a leggere

Quali libri leggere quest’estate? Ecco alcuni suggerimenti e la sesta pagella

quali libri leggere quest’estateGrazie all’insonnia riesco a tenermi abbastanza aggiornato sugli ultimi libri pubblicati (anche se molti, troppi, sono ancora in lista d’attesa); ve ne consiglio alcuni, con i quali magari trascorrere le vacanze: Cielo rosso al mattino di Paul Lynch, Contea inglese di Silvio D’Arzo, Del dirsi addio di Marcello Fois, Il monastero di Zachar Prilepin, Il sovrano delle ombre di Javier Cercas, Potrebbe trattarsi di ali di Emilia Bersabea Cirillo, Una coltre di verde di Eudora Welty, Vita e morte delle aragoste di Nicola H. Cosentino e aggiungo anche il secondo numero di «The FLR – Desire/desiderio». Chiaramente, potreste leggerli anche in autunno o quando vi pare, intanto però prendete nota. Continua a leggere

BESTIARIO di Julio Cortázar e le regole di un buon racconto

BESTIARIO di Julio Cortázar _copertinaChiunque ami leggere racconti o si cimenti a scriverne non può ignorare Bestiario, la prima raccolta di Julio Cortázar. L’autore argentino non si preoccupa di giustificare l’irrazionale, ma di dar forma al mistero che fa vibrare la realtà e ai sentimenti torbidi e inquieti che ci appartengono: ne scaturiscono degli splendidi racconti malinconici e surreali, in cui spesso la tensione deflagra negli spiazzanti finali. L’edizione dei Nuovi Coralli Einaudi (traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini) include in appendice due brevi saggi teorici di Cortázar (tradotti da Vittoria Martinetto) dai quali riporto qui di seguito alcuni brani. Continua a leggere

LEGGENDA PRIVATA di Michele Mari, recensione

Laggenda-privata-Michele-Mari-Einaudi-recensioneUn’autobiografia romanzata in cui confluiscono realtà e fobie: Leggenda privata di Michele Mari

Vien da chiedersi se con le prime pagine di Leggenda privata (Einaudi), così immaginifiche e a tratti manierate, Michele Mari abbia voluto creare una soglia oltre la quale chi non conosce già le sue opere potrebbe non spingersi, come a tutelare quanto d’intimo rivelano le successive, in cui la scrittura preserva la letterarietà e la carica inventiva, ma senza più farsi oscura – anche perché il lettore ha iniziato a comprendere chi siano le oscure presenze in cui si è imbattuto. Sì, perché Leggenda privata è un’autobiografia popolata di mostri, quelli che una mente inquieta come quella dell’autore ha generato sin dalla giovinezza e che ne hanno condizionato pensieri e azioni come e più delle persone reali: sono loro a pretendere questa confessione narrativa e ne vien fuori, come Mari stesso promette, «un romanzo triste/angosciato e dunque caratterizzato da una certa quota di divertimento e di virtuosismo». Insomma l’ennesima prova che abbiamo a che fare con uno dei migliori scrittori italiani contemporanei, capace di osare percorsi inediti e di confrontarsi con una moltitudine di stili e generi, anzi intenzionato a rilanciare sempre la sfida: «il mio lievito romanzesco è nella forma, non nei fatti». Continua a leggere