ABBACINANTE. L’ALA DESTRA di Mircea Cărtărescu, recensione

Abbacinante. L’ala destra. Mircea Cărtărescu, VolandSi conclude con Abbacinante. L’ala destra la trilogia del rumeno Mircea Cărtărescu pubblicata da Voland

Abbacinante. L’ala destra prosegue e porta a compimento il percorso di Mircea Cărtărescu attraverso la storia della Romania, il proprio passato e l’idea di una letteratura che assorbe e plasma una realtà dilatata. L’intera trilogia (che comprende anche Abbacinate. L’ala sinistra e Abbacinante. Il corpo) è stata tradotta a cura di Bruno Mazzoni per Voland, impresa non da poco; nella scrittura di Cărtărescu sogni, visioni, ricordi, riflessioni metaletterarie e satira politica si compenetrano al punto che lo stesso autore non è più in grado di delimitarne i confini: «[…] non so più quando vivo e quando scrivo. Quando passeggio per strada, mi rendo improvvisamente conto che sono in una via inesistente nella Bucarest reale, che è la strada descritta da me il giorno prima in questo libro illeggibile».
È dunque incoraggiante che Abbacinate. Il corpo abbia vinto il Premio Gregor von Rezzori e sia ora tra i finalisti per il Premio Strega Europeo; è il segnale che nonostante tutto si ritiene ancora un valore la capacità di sperimentare, di sovvertire i canoni della narrazione tradizionale, di sfidare il lettore chiedendogli di perdersi nell’incubo partorito da un’altra mente: «Il suo manoscritto era tutto quel che poteva essere più diverso da un romanzo: era un libro. Esso non poteva essere letto, come non è possibile leggere una pietra o una nuvola. Lo scriveva non con l’inchiostro di una biro, ma con il midollo stesso della sua spina dorsale».
Tuttavia l’allucinazione non nega la realtà, piuttosto si sovrappone all’esistenza concreta, racchiusa tra due poli: l’infanzia, fulcro e sostanza di ogni vita, e la dimensione collettiva, che in determinati frangenti si impone sulle traiettorie individuali. Se in Abbacinante. Il corpo le parentesi di realtà racchiudevano la quotidianità in un regime comunista (quello rumeno degli anni ’50 e ’60), in Abbacinante. L’ala destra è il collasso della dittatura di Ceauşescu a far precipitare il narratore nella Storia, a svelare al padre Costel l’inganno ideologico a cui era aggrappato. Cărtărescu non sceglie però qui di piegare la sua scrittura al realismo, come a tratti aveva fatto nel secondo volume e quasi mai nel primo, ma irride con pagine caustiche e persino umoristiche “papà Ceauş” e sua moglie Elena. Anche la rivolta del popolo rumeno del 1989 assume via via i contorni deformi e grotteschi di una sommossa di statue che scendono dai piedistalli e si radunano in un pittoresco ed eteroclito corteo.

Un'opera di Monsù Desiderio

Un’opera di Monsù Desiderio

Difficile dar conto a chi non si sia confrontato con le sue opere dello stile del tutto inedito dello scrittore rumeno, altrettanto difficile leggerle senza rinunciare ai consueti strumenti interpretativi – non a caso Cărtărescu stesso fa riferimento tra le sue fonti all’opera, enigmatica e surreale ante litteram, del pittore seicentesco Monsù Desiderio. Se tuttavia si volesse rintracciare il senso unitario delle oltre milleseicento pagine della trilogia Abbacinante, questo è forse da ricercare nella fiducia nell’illimitato potenziale della parola (e della letteratura): «illeggibile eppure intelligibile in sé, come è ogni oggetto in questo mondo foderato di libro, foderato di mondo, foderato di libro, come una spola d’oro che si sposta continuamente da un polo all’altro: vita-morte, reale-irreale, oscurità-luce, cervello-sesso, maschio-femmina, futuro-passato, farfalla-ragno, scrittura-esistenza, tessendo e sfilacciando all’infinito il Miracolo. Il Miracolo rappresentato dal fatto che ti ho vissuto, vita, che ti ho conosciuto, amore, che ti ho visto, luce, che ti ho toccato, muro ruvido, che ti ho profferito, parola». Parola che vuole essere proprio quell’ala mancante alla nostra esistenza di crisalidi incompiute.

3 thoughts on “ABBACINANTE. L’ALA DESTRA di Mircea Cărtărescu, recensione

  1. Guido Sperandio ha detto:

    Insomma, questo Mircea è decisamente un out-sider?

    • Giovanni Turi ha detto:

      Assolutamente sì, però suppongo che troveresti le stesse difficoltà in cui ti sei imbattuto con Manganelli. 😉

      • Guido Sperandio ha detto:

        Ahhhhhhh! 🙂 Hai buona memoria! 🙂 Complimenti, con simpatia!
        Ho comunque l’impressione, e quindi trattandosi di un’impressione il mio è un azzardo censurabile – che MC possa avere un suo grado di accettabilità. Ovviamente, nella mia ottica e come tale relativa. Dai tuoi preziosi estratti, deduco che ci sia più anima e cuore e le esperienze personali vengano sublimate e non ci sia snobismo o auto-compiacimento.

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