Il paradiso degli animali, esordio del californiano David James Poissant
Ho cominciato a leggerla un po’ prevenuto, perché temevo fosse il solito prodotto delle scuole americane di scrittura creativa (formalmente impeccabile, sostanzialmente inconsistente), invece Il paradiso degli animali di David James Poissant è una raccolta di racconti per la quale esser grati alla NN Editore che l’ha pubblica e a Gioia Guerzoni che l’ha tradotta. Poissant dimostra in questo esordio alcune doti rare persino se prese singolarmente: ha delle ottime intuizioni narrative, ma non si limita a imperniare su queste interi racconti; rivela un’acuminata capacità introspettiva, ma rifugge dallo psicologismo spicciolo, limitandosi a scegliere personaggi ordinari (al più forzandone un po’ il carattere); sa indagare il disagio contemporaneo, senza però rendere claustrofobici gli orizzonti; scuote l’emotività del lettore, ma non indugia nel sentimentalismo (sebbene si conceda qualche leziosità retorica).
A rafforzare l’empatia con i personaggi è anche il frequente ricorso alla prima persona, che ci rende partecipi del loro spaesamento, delle loro risoluzioni, dei loro errori; come nel bel racconto di apertura, L’uomo lucertola: «L’anno scorso mio figlio ha sfondato la finestra del soggiorno. L’avevo spinto io. Non ricordo esattamente com’era successo. Ricordo di essere entrato in sala. Ricordo di aver visto Jack con la bocca sulla bocca di un altro ragazzo e le mani che si muovevano rapide sul suo inguine». Ancora più efficace il ricorso alla seconda persona in quello che è forse il testo più bello della raccolta, Come aiutare tuo marito a morire: ricorda l’altrettanto splendido racconto di apertura di Baci scagliati altrove di Sandro Veronesi; qui però si tratta di guidare non un uomo (l’autore stesso) durante il trapasso dei propri genitori, ma una donna comune cui tocca assistere e sostenere il marito malato, reagendo e simulando per preservare qualche scheggia di serenità: «In un attimo capirai cosa vi aspetta. Lo saprai con la stessa certezza con cui hai sempre capito che è un tumore, e che tuo marito non vedrà un’altra estate. E, veloce come è arrivata, nascondi quella piccola rivelazione, spingila sotto le coperte del tuo cervello, e chiedi all’uomo in camice bianco qual è la mossa successiva».
Se qualcosa nel Paradiso degli animali può lasciare perplessi è proprio la comparsa degli animali, talvolta inessenziale e non sempre riscontrabile, nonostante l’intento sottolineato sul risvolto di copertina di porre questa presenza come contrappunto e allegoria dell’agire umano – non si tratta del resto di una silloge concepita unitariamente, ma di una selezione di racconti apparsi su riviste e periodici. Condivisibile invece la citazione di Keren Russell in cui si citano tra i modelli di David J. Poissant, oltre a Flannery O’Connor, George Saunders (del quale però rinuncia agli eccessi buonisti) e Raymond Carver (la cui carica drammatica viene però attenuata, come nei bei testi di Amy Hempel). In ogni caso, l’arte del racconto oltreoceano è ancora vitale e capace di sorprendere, la neonata NN Editore pure.
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Mi hai convinto, me lo segno
bella recensione! me lo segno pure io 🙂
Son contento e spero possa piacervi: fatemi sapere! 😉
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