A me sembra che la forma «breve» del racconto, guardato spesso
con sospetto dagli editori, sia oggi la più adatta a toccare la frammentarietà e la pluralità dell’esperienza, a scavarne il senso
con tensione linguistica ed espressiva […].
A me sembra che la forma «breve» del racconto, guardato spesso
con sospetto dagli editori, sia oggi la più adatta a toccare la frammentarietà e la pluralità dell’esperienza, a scavarne il senso
con tensione linguistica ed espressiva […].
Qui si tocca un tasto dolente. La brevità non mi è affine purtroppo.